1. DEFINIZIONI 4
2. PARTE GENERALE 9
2.1 La Normativa Safeguarding 9
2.2 Le finalità 10
2.3 I destinatari 11
2.4 Gli elementi costitutivi del Modello 11
2.5 Approccio metodologico adottato per la redazione del Modello 11
2.6 L’individuazione delle condotte di abuso, violenza e discriminazione 11
2.7 L’individuazione delle specifiche situazioni di rischio 12
2.8 La valutazione del rischio di condotte di abuso, violenza e discriminazione 13
2.9 Il Responsabile Safeguarding 13
2.10 Il Sistema di Gestione delle Segnalazioni 16
2.11 Sistema Sanzionatorio 20
2.12 Organigramma 23
2.13 Modifiche e aggiornamento del Modello 23
2.14 Piano di formazione e attività di comunicazione concernente il Modello 23
Safe Guarding

MODELLO SAFEGUARDING “TIPO”
3. PARTE SPECIALE 25
3.1 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’abuso psicologico 25
3.2 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’abuso fisico 30
3.3 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione della molestia sessuale 34
3.4 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’abuso sessuale 39
3.5 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione della negligenza 43
3.6 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’incuria 48
3.7 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’abuso di matrice religiosa 52
3.8 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione del bullismo e cyberbullismo 56
3.9 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione di comportamenti discriminatori 62
DISCLAIMER INIZIALE FIGC
Si precisa che il presente documento contenente un “Modello Tipo” costituisce un mero strumento di lavoro per supportare le Affiliate nella predisposizione di un proprio Modello Safeguarding e non uno standard da adottare, posto che le specificità di ciascuna realtà impongono di costruire un Modello Safeguarding “su misura”, e non consentono invece la creazione di un documento standardizzato. Si precisa altresì che in questo documento viene utilizzato in modo sistematico il maschile inclusivo, unicamente per evitare ambiguità e per non appesantire periodi a volte già complessi.
1. DEFINIZIONI
Codice di Condotta o Codice di Condotta per la Safeguarding: indica il “Codice di Condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione” previsto dalla Normativa Safeguarding come infra definita e disciplinato nel dettaglio dagli articoli 10 e seguenti delle Linee Guida FIGC, come infra definite.
Decreto 231: indica il Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300.” e successive modificazioni e integrazioni.
Decreto Whistleblowing: indica il Decreto Legislativo del 10 marzo 2023 n. 24 per l’“Attuazione della direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2019, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali”.
Linee Guida FIGC: indica le Linee Guida adottate dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio con Delibera del 31 agosto 2023 (Comunicato Ufficiale 87/A) per la predisposizione, da parte delle società sportive, dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal Decreto Legislativo 11 aprile 2006 n. 198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
Modello 231 o MOG 231: indica il Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ex Decreto 231.
Modello o Modello per la Safeguarding o MOC per Safeguarding o MOC Safeguarding: indica il “Modello Organizzativo e di Controllo dell’attività sportiva” ex Normativa Safeguarding.
Normativa Safeguarding: indica (i) le Linee Guida FIGC, unitamente al (ii) Decreto Legislativo del 28 febbraio 2021 n. 39 per l’“Attuazione dell’articolo 8 della Legge 8 agosto 2019, n. 86, recante semplificazione di adempimenti relativi agli organismi sportivi”, alla (iii) Delibera n. 255 del 25 luglio 2023 della Giunta Nazionale del C.O.N.I., di adozione del Modello di Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui tesserati (Regolamento Safeguarding) predisposto quale riferimento per le Federazioni Sportive Nazionali negli adempimenti predetti.
Organizzazioni o Enti o Affiliati: le associazioni e società sportive dilettantistiche e le società sportive professionistiche tenute all’adozione, ai sensi dell’art. 16 del Decreto Legislativo del 28 febbraio 2021 n. 39, dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva nonché dei codici di condotta in conformità alle Linee Guida FIGC.
Responsabile Safeguarding: soggetto responsabile di vigilare sull’efficace funzionamento e osservanza del MOC Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding, come infra definiti, nonché prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione.
Ricevente: soggetto identificato appositamente per la ricezione delle Segnalazioni, come infra definite.
Segnalante: la persona fisica che effettua la Segnalazione.
Segnalato: soggetto cui il Segnalante attribuisce la commissione delle irregolarità, non conformità o comportamenti impropri oggetto della Segnalazione.
Segnalazione: comunicazione rivolta ai Riceventi delle Segnalazioni secondo le modalità previste dal Sistema di Gestione delle Segnalazioni.
- presentato una Segnalazione;
- manifestato l’intenzione di presentare una Segnalazione;
- assistito o sostenuto un altro tesserato nel presentare una denuncia o una segnalazione;
- reso testimonianza o audizione in procedimenti in materia di abusi, violenze o discriminazioni;
- intrapreso qualsiasi altra azione o iniziativa relativa o inerente alle politiche di safeguarding.
Sistema di Gestione delle Segnalazioni: indica un sistema affidabile e sicuro di segnalazione di comportamenti lesivi, che garantisca tra l’altro la riservatezza delle segnalazioni nonché la tempestiva ed efficace gestione delle stesse.
Premessa
L’[Affiliata] riconosce e si impegna a tutelare, adottando le più opportune misure organizzative e di controllo, il diritto fondamentale di tutti i tesserati ad essere trattati con rispetto e dignità, nonché di essere tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione, indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva.
Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei tesserati costituisce un valore prevalente rispetto al risultato sportivo.
Tutti i tesserati hanno diritto a svolgere l’attività sportiva in un ambiente consono e degno, e rispettoso dei diritti della personalità e della salute.
Adozione del modello di organizzazione e controllo
Premesso quanto sopra, nell’ottica della pianificazione e gestione della propria attività tesa alla tutela del diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei tesserati, l’[Affiliata] ha adottato ed attua le misure organizzative, di gestione e controllo descritte nel modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale, approvato con delibera del proprio organo amministrativo.
Il coinvolgimento delle strutture organizzative
L’effettività e l’efficacia del Modello per la Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding possono essere garantite solo con la cooperazione di tutte le strutture organizzative dell’[Affiliata].
Tante più persone sono coinvolte nel processo di organizzazione e gestione del rischio di condotte lesive, tanto più alta è la probabilità di individuare e prevenire potenziali violazioni e, dunque, più efficiente il sistema di prevenzione.
Il coinvolgimento di tutte le strutture organizzative è dunque essenziale per ridurre il rischio di comportamenti non conformi, implementando la diffusione della consapevolezza sulle politiche, le norme e i regolamenti adottati.
Il MOC Safeguarding
Per prevenire il rischio di condotte di abuso, violenza e discriminazione, in qualsia forma, il MOC Safeguarding si compone di una:
A. PARTE GENERALE
Nella quale sono descritti il contenuto della Normativa Safeguarding, le finalità del Modello per la Safeguarding, l’approccio metodologico adottato per la elaborazione del Modello per la Safeguarding, le condotte vietate, le specifiche situazioni di rischio nelle quali tali condotte possono verificarsi, gli elementi costitutivi del Modello per la Safeguarding e i risultati della mappatura dei rischi.
Nello specifico, la Parte Generale contiene:
Disposizioni per la prevenzione e la gestione del rischio in relazione ai fenomeni di abusi, violenze e discriminazioni:
- l’individuazione delle specifiche situazioni di rischio nel cui ambito possono essere commesse le condotte vietate;
- la valutazione dell’esposizione ai rischi di commissione di condotte vietate.
Disposizioni per il contrasto di comportamenti lesivi e la gestione delle segnalazioni:
- adeguati provvedimenti di risposta immediata;
- la predisposizione di un sistema di segnalazioni endoassociativo affidabile e sicuro, che garantisca la riservatezza delle segnalazioni e la tempestiva ed efficace gestione delle stesse;
- l’adozione di apposite misure per la prevenzione di qualsiasi forma di vittimizzazione dei tesserati che abbiano in buona fede effettuato una Segnalazione.
Disposizioni per
- • la nomina di un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni con individuazione dei requisiti e delle procedure per la nomina, dei suoi compiti e dei suoi doveri;
- • l’adozione di un sistema sanzionatorio per (i) le violazioni di principi, delle norme di comportamento e delle misure previste nel Modello per la Safeguarding e nel Codice di Condotta per la Safeguarding, (ii) abusi di segnalazioni manifestamente infondate o effettuate in mala fede.
B. PARTE SPECIALE
Contenente l’individuazione di specifiche norma di condotta e dei protocolli ritenuti adeguati a mitigare il rischio di commissione di ogni condotta vietata.
2. PARTE GENERALE
2.1 La Normativa Safeguarding
A tal fine, la norma ha introdotto:
a) innanzitutto l’obbligo per le Federazioni sportive nazionali (tra cui la stessa Federazione Italiana Giuoco Calcio – FIGC), le Discipline sportive associative, gli Enti di promozione sportiva e le Associazioni benemerite, sentito il parere del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), di redigere entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del medesimo decreto legislativo (e quindi entro il termine del 31 Agosto 2023), delle apposite linee guida per la predisposizione, da parte degli affiliati, di Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei Codici di condotta a tutela dei minori per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età, o orientamento sessuale;
2.2 Le finalità
- promuovere un ambiente sportivo sano e inclusivo;
- tutelare il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei tesserati;
- adottare misure organizzative e di controllo adeguate rispetto alla propria struttura al fine di prevenire ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
- diffondere e consolidare una cultura della prevenzione del rischio di condotte di abuso, violenza e discriminazione;
- fornire adeguata informazione ai Destinatari, anche minorenni, in merito alle misure di prevenzione e contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione;
- coinvolgere tutti colori che a qualsiasi titolo partecipano all’attività sportiva nelle politiche di prevenzione del rischio di condotte di abuso, violenza e discriminazione;
- promuovere l’adozione di comportamenti virtuosi;
- rendere consapevoli tutti i Destinatari in ordine ai propri diritti, ma anche in ordine ai propri doveri e alle proprie responsabilità in materia di politiche di safeguarding;
- definire le conseguenze anche sanzionatorie che possono derivare dalla violazione delle disposizioni e dei protocolli in materia di abusi, violenze e discriminazioni;
- prevedere idonee misure di trasmissione delle informazioni al Responsabile Safeguarding, oltre che alla Commissione Federale responsabile per le politiche di safeguarding e alla Procura Federale, ove competenti.
2.3 I destinatari
2.4 Gli elementi costitutivi del Modello
Il Modello Safeguarding adottato dall’[Affiliata] è costituito dal presente documento articolato nella Parte Generale e nella Parte Speciale.
Ne costituisce parte integrante anche il Codice di Condotta per la Safeguarding.
2.5 Approccio metodologico adottato per la redazione del Modello
Il Modello è stato elaborato tenendo conto delle caratteristiche specifiche dell’[Affiliata], della sua struttura, nonché della sua natura e dimensioni.
Resta inteso che il Modello verrà sottoposto agli aggiornamenti che si renderanno necessari, in base alla futura evoluzione della [Affiliata].
2.6 L’individuazione delle condotte di abuso, violenza e discriminazione
- abuso psicologico;
- abuso fisico;
- molestia sessuale;
- abuso sessuale;
- negligenza;
- incuria;
- abuso di matrice religiosa;
- bullismo e cyberbullismo;
- comportamenti discriminatori.
[Nota per l’Affiliata: per il dettaglio sulle condotte vietate e i comportamenti in cui si possono sostanziare, è possibile fare riferimento alla Parte Seconda delle Istruzioni applicative delle Linee Guida FIGC in materia di Safeguarding: “Istruzioni operative per l’individuazione e la valutazione del rischio”]
Nomina e durata della carica
2.7 L’individuazione delle specifiche situazioni di rischio
Tenuto conto delle proprie caratteristiche e della propria attività, l’[Affiliata] ha altresì valutato che le principali situazioni nelle quali è esposta al rischio di commissione di una qualsiasi forma di condotta di abuso, violenza e discriminazione sono le seguenti:
SITUAZIONI SPECIFICHE DI RISCHIO |
Ambienti, luoghi e spazi in cui è facilitato il contatto fisico e l’esposizione fisica |
Viaggi, trasferte e pernotti |
Trattamenti e prestazioni sanitarie |
Manifestazioni sportive di qualsiasi livello |
Relazioni personali |
Attività correlate (es. utilizzo di social network) |
[L’Affiliata può individuarne altre] |
2.8 La valutazione del rischio di condotte di abuso, violenza e discriminazione
- la frequenza delle situazioni specifiche in cui le condotte potrebbero verificarsi (per esempio situazioni che comportano un contatto fisico ravvicinato);
- la storicità: eventi simili che si sono già riscontrati nel contesto dell’[Affiliata] (circostanza che aumenta il grado di probabilità) o in altre organizzazioni o sono riscontrati in letteratura;
- la presenza di soggetti già coinvolti in eventi simili anche in altre organizzazioni.
Ai fini del calcolo dell’impatto si potranno prendere in considerazione a titolo esemplificativo:
- la natura delle possibili conseguenze della condotta;
- il numero di persone coinvolte al verificarsi della condotta vietata;
- la possibilità di intervento prima dell’accadimento dell’evento;
- la minore età, condizioni o menomazioni psico-fisiche della vittima;
- la prevedibilità delle conseguenze.
2.9 Il Responsabile Safeguarding
È nominato il Responsabile Safeguarding con lo scopo di vigilare sull’efficace funzionamento e osservanza del MOC Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding, prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione.
Compiti
Al Responsabile spettano i seguenti compiti:
attività di monitoraggio:
- per la verifica dell’idoneità del MOC Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding e della loro effettività e dell’adeguatezza nel tempo;
- per la vigilanza sul funzionamento del MOC Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding e sulla loro osservanza da parte di tutti di Destinatari;
attività di impulso per l’aggiornamento del MOC Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding:
- inoltra, se necessario, proposte di aggiornamento e/o correzione del MOC Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding agli organi di amministrazione dell’[Affiliata] e verifica successivamente l’attuazione e la funzionalità delle soluzioni adottate;
- monitora annualmente l’adeguatezza del MOC Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding, sviluppando e attuando piani di azioni ove siano riscontrate criticità;
funzione consultiva;
adozione di provvedimenti di quick – response;
gestione della trasmissione delle informazioni (flussi informativi) in entrata e in uscita;
gestione delle Segnalazioni;
cura della formazione;
attivazione del procedimento sanzionatorio: il Responsabile Safeguarding, accertata la violazione del MOC Safeguarding o del Codice di Condotta per la Safeguarding, ne dà comunicazioni alle funzioni competenti dell’[Affiliata], previa proposizione della sanzione disciplinare da comminare, al fine di attivare il procedimento sanzionatorio;
collaborazione con le strutture dell’[Affiliata];
Poteri
- accedere ad ogni informazione o dato ritenuto necessario per lo svolgimento delle sue funzioni, nel rispetto comunque della normativa sul trattamento dei dati personali;
- effettuare, anche a sorpresa, tutte le verifiche, audizioni e ispezioni ritenute opportune ai fini del corretto espletamento dei propri compiti;
- avvalersi, nell’esercizio delle proprie funzioni e attività, del supporto tecnico delle funzioni interne all’[Affiliata];
- favorire la collaborazione dei tesserati e di tutti coloro che partecipano con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva.
Doveri
- documentare la propria attività e conservare tutte le informazioni, la documentazione, il materiale relativo ai controlli svolti, alle riunioni effettuate e comunque in generale tutto il materiale afferente all’espletamento dei suoi compiti;
- rispettare gli obblighi di riservatezza.
Requisiti
Il Responsabile Safeguarding deve possedere i requisiti di competenza, l’autonomia e l’indipendenza anche rispetto all’organizzazione sociale.
[Nota per l’Affiliata: per l’interpretazione dei requisiti di competenza, autonomia e indipendenza è possibile fare riferimento all’Allegato B) delle Istruzioni applicative delle Linee Guida FIGC in materia di Safeguarding “Istruzioni operative per la nomina del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni”].
Non può essere nominato Responsabile Safeguarding chi ha subito una condanna penale, anche non definitiva, per reati non colposi.
Nomina e durata della carica
Il Responsabile Safeguarding è nominato da [organo amministrativo] dell’[Affiliata] e dura in carica 3 (tre) anni.
In ogni caso, il Responsabile Safeguarding rimane in carica fino alla nomina del proprio successore, salvo quanto successivamente previsto.
La cessazione dalla carica può essere determinata oltre che dalla scadenza del termine, anche da rinuncia, revoca o morte del Responsabile Safeguarding.
La rinuncia da parte del Responsabile Safeguarding può essere esercitata in qualsiasi momento, salvo un congruo preavviso, e deve essere comunicata ai competenti organi dell’[Affiliata] per iscritto unitamente alle motivazioni che l’hanno determinata.
La revoca dell’incarico conferito al Responsabile Safeguarding può essere deliberata dai competenti organi dell’[Affiliata] per giusta causa ed in ogni caso sentito l’interessato.
Tracciabilità e trasparenza dell’attività
Il Responsabile Safeguarding deve mantenere un registro dettagliato di tutte le attività di formazione, segnalazioni ricevute e le eventuali azioni intraprese, al fine di facilitare anche la trasparenza e la rendicontazione, e permettendo anche di analizzare i dati nel tempo per individuare tendenze e sviluppare strategie preventive più efficaci.
Trasmissione delle informazioni agli altri organi
Il Responsabile Safeguarding deve interfacciarsi con l’organo di amministrazione dell’[Affiliata] per informarlo sullo stato di implementazione del Modello per la Safeguarding e su tutte le questioni rilevanti.
Deve inoltre interfacciarsi con la Commissione Federale della FIGC responsabile delle politiche di Safeguarding per ogni eventuale aspetto critico che possa emergere nell’ambito del suo incarico, e con la Procura Federale, ove competente.
Pubblicità della nomina
L’[Affiliata] rende pubblica la nomina del Responsabile Safeguarding, il nominativo e i suoi dati di contatto, dandone comunicazione mediante affissione presso la sede e pubblicazione sul sito internet se presente. La nomina del Responsabile viene inoltre comunicata alla Commissione Federale della FIGC responsabile per le politiche di Safeguarding.
[Nota per l’Affiliata: per ulteriori dettagli in merito al Responsabile Safeguarding è possibile fare riferimento all’Allegato B) delle Istruzioni applicative delle Linee Guida FIGC in materia di Safeguarding: “Istruzioni operative per la nomina del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni”].
2.10 Il Sistema di Gestione delle Segnalazioni
Dovere di Segnalazione
Chiunque abbia conoscenza di una violazione del Modello Safeguarding e/o del Codice di Condotta per la Safeguarding o di comportamenti anche solo potenzialmente lesivi che potrebbero integrare una fattispecie di abuso, violenza o discriminazione, è tenuto a darne immediata comunicazione al Responsabile Safeguarding tramite gli appositi canali di Segnalazione di seguito dettagliati.
Sono vietate le Segnalazioni manifestamente infondate e quelle effettuate in mala fede e costituiscono una violazione del presente Modello e, pertanto, potranno essere sanzionate ai sensi di quanto previsto nel successivo paragrafo 2.11.
Sistema di Segnalazione
La Segnalazione può essere effettuata tramite i seguenti canali:
[Note di compilazione per l’Affiliata: elencare i canali di segnalazione messi a disposizione. Ai fini dell’implementazione si può fare riferimento ai suggerimenti contenuti nell’Allegato C) delle Istruzioni applicative delle Linee Guida FIGC in materia di Safeguarding: “Istruzioni operative per la gestione del sistema di segnalazione”].
Il Sistema di Segnalazione garantisce la riservatezza del Segnalante e della Segnalazione limitando, tra l’altro, la circolazione di tutte le informazioni relative alla Segnalazione stessa.
Sono vietate le forme di Vittimizzazione Secondaria del Segnalante, di chi lo abbia assistito o sostenuto nell’effettuare una denuncia o una Segnalazione e di chi abbia reso testimonianza o audizione in procedimenti in materia di abusi, violenze o discriminazioni.
Elementi della Segnalazione
- una descrizione precisa dei fatti oggetto di Segnalazione;
- l’indicazione del/i Segnalato/i quale/i persona/e responsabile/i della/e violazione/i oggetto della Segnalazione, nonché eventuali altri soggetti coinvolti e/o che possono riferire sui fatti;
- l’indicazione delle circostanze di tempo e di luogo in cui si sono verificati i fatti oggetto di Segnalazione;
- tutti gli elementi utili alla ricostruzione dei fatti e all’accertamento della fondatezza della Segnalazione.
Soggetti Riceventi le Segnalazioni
Il soggetto Ricevente delle Segnalazioni è il Responsabile Safeguarding.
Il soggetto Ricevente le Segnalazioni che concernono il Responsabile Safeguarding è [da completare a cura dell’Affiliata].
[Nota per l’Affiliata: per ulteriori dettagli è possibile fare riferimento all’Allegato C) delle Istruzioni applicative delle Linee Guida FIGC in materia di Safeguarding: “Istruzioni operative per la Gestione del Sistema di Segnalazione”].
Modalità di gestione delle Segnalazioni
Il processo di gestione delle Segnalazioni si articola nelle seguenti fasi:
1) Analisi preliminare della Segnalazione
Il Ricevente la Segnalazione deve verificare che la stessa abbia ad oggetto comportamenti lesivi dei principi di condotta dell’[Affiliata] espressi nel Modello per la Safeguarding e nel Codice Condotta per la Safeguarding.
2) Adozione di provvedimenti di risposta immediata
- la prevenzione di tutte le forme di abuso, violenza e discriminazione eliminando ogni forma di pericolo;
- l’immediata cessazione delle forme di abuso in corso; e
- evitare ogni possibile reiterazione della violazione,
3) Istruttoria e accertamento della Segnalazione
- – il coinvolgimento di tali soggetti sia strettamente necessario per svolgere una corretta analisi della Segnalazione e per valutarne la fondatezza o meno;
- – tali soggetti assumano un obbligo di riservatezza quantomeno pari a quello gravante sui Riceventi la Segnalazione;
- – tali soggetti siano messi a conoscenza unicamente delle informazioni contenute nella Segnalazione che sono strettamente necessarie per lo svolgimento delle attività a loro richieste;
- – venga tenuta traccia scritta dei soggetti ulteriori coinvolti nel processo di analisi della Segnalazione e ne vengano documentate le attività.
In ogni caso, tutte le attività istruttorie devono essere compiute in modo tale da garantire la tempestiva ed efficace gestione delle Segnalazioni, con l’obiettivo di sanzionare celermente ogni violazione del Modello per la Safeguarding e/o del Codice di Condotta per la Safeguarding.
I Riceventi la Segnalazione e tutti i soggetti a qualunque titolo coinvolti hanno l’obbligo di astenersi dal procedimento di gestione della Segnalazione qualora sussistano a proprio carico conflitti di interesse, perché per esempio sono essi stessi i soggetti passivi della Segnalazione o perché sono legati da rapporti di parentela o amicizia con i soggetti passivi della Segnalazione. In tal caso, dovranno dichiarare l’esistenza del conflitto di interesse all’organo amministrativo dell’[Affiliata] che provvederà a individuare la persona da incaricare per la gestione della Segnalazione interessata.
La violazione degli obblighi di riservatezza ed astensione nella gestione della Segnalazione da parte dei Riceventi, così come da parte degli altri soggetti eventualmente coinvolti nella gestione della Segnalazione, comporta l’applicazione di sanzioni disciplinari ai sensi delle norme di legge, degli accordi collettivi e dei CCNL applicabili, del sistema sanzionatorio nei casi in cui quest’ultimo sia applicabile e fatta salva, in ogni caso, la validità dei provvedimenti degli organi di giustizia federali.
4) Chiusura delle operazioni di gestione della segnalazione
All’esito della chiusura delle operazioni di analisi preliminare della Segnalazione, ovvero di istruttoria e accertamento della stessa, il Ricevente, ove ritenga che vi sia stata una violazione del Modello per la Safeguarding o del Codice di Condotta per la Safeguarding, attiva il procedimento sanzionatorio.
Dovere di astensione
Il Ricevente la Segnalazione e tutti i soggetti a qualunque titolo coinvolti hanno l’obbligo di astenersi dal procedimento di gestione della Segnalazione qualora sussistano a proprio carico conflitti di interesse, perché per esempio sono essi stessi i soggetti passivi della Segnalazione o perché sono legati da rapporti di parentela o amicizia con i soggetti passivi della Segnalazione. In tal caso, dovranno dichiarare l’esistenza del conflitto di interesse all’organo amministrativo dell’[Affiliata] che provvederà a individuare la persona da incaricare per la gestione della Segnalazione interessata.
La violazione degli obblighi di riservatezza ed astensione nella gestione della Segnalazione da parte dei Riceventi la stessa, così come da parte degli altri soggetti eventualmente coinvolti nella gestione della Segnalazione, comporta l’applicazione di sanzioni disciplinari ai sensi delle norme di legge, dei CCNL applicabili, del sistema disciplinare adottato dall’[Affiliata] e fatta salva, in ogni caso, la validità dei provvedimenti degli Organi di giustizia federali.
Conservazione della documentazione inerente alla Segnalazione
L’[Affiliata] archivia la documentazione relativa alla Segnalazione con modalità atte a preservarla nel rispetto della Normativa Privacy e dei requisiti di riservatezza della Segnalazione, del Segnalante e del Segnalato.
2.11 Sistema Sanzionatorio
Il Modello Safeguarding e il Codice di Condotta per la Safeguarding possono considerarsi efficacemente implementati solo se includono un sistema di sanzioni per il mancato rispetto delle misure indicate.
Violazioni sanzionabili
- qualsiasi forma di abuso, violenza o discriminazione;
- la violazione delle disposizioni contenute all’interno del MOC Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding;
- l’omissione o la violazione, anche singola, di qualsiasi protocollo o prescrizione del MOC Safeguarding;
- l’ostacolo ai controlli e l’ingiustificato impedimento all’accesso alle informazioni e alla documentazione da parte dei soggetti incaricati dei controlli sulle procedure e sulle decisioni, incluso il Responsabile Safeguarding, e altre azioni finalizzate alla violazione o elusione del sistema di controllo, come la distruzione o l’alterazione della documentazione prescritta dal Modello per la Safeguarding.
- la mancata, incompleta o non veritiera documentazione dell’attività svolta, così come prescritta per le situazioni specifiche di rischio;
- qualsiasi atto di Vittimizzazione Secondaria nei confronti di un Segnalante;
- eventuali abusi di segnalazioni manifestamente infondate o effettuate in mala fede, come previsto dall’art. 7, comma 1, lett. f) delle Linee Guida FIGC.
Con specifico riferimento ai dirigenti, costituisce altresì illecito disciplinare:
- la mancata formazione e/o il mancato aggiornamento e/o l’omessa comunicazione al personale operante alle proprie dipendenze delle procedure e delle prescrizioni del Modello di Safeguarding;
- l’omessa supervisione, controllo e vigilanza, in qualità di “responsabile gerarchico”, sul rispetto delle procedure e prescrizioni del Modello di Safeguarding da parte dei propri sottoposti al fine di verificare le loro azioni nell’ambito delle aree specifiche di rischio;
- l’omessa segnalazione o tolleranza di irregolarità commesse da propri sottoposti o da altro personale sul rispetto delle procedure e prescrizioni del Modello per la Safeguarding.
Il principio di proporzionalità
Nell’irrogazione della sanzione si dovrà rispettare il principio di proporzionalità della sanzione stessa, tenendo in considerazione la natura e la gravità della violazione, il numero di violazioni o qualsiasi altra circostanza rilevante (quali la minore età, le condizioni o menomazioni psico fisiche della vittima).
Sanzioni nei confronti dei dipendenti
- richiamo verbale;
- ammonizione scritta;
- multa di importo nei limiti di legge;
- sospensione dal servizio e dalla retribuzione fino al massimo consentito dalle leggi applicabili;
- licenziamento con preavviso;
- licenziamento senza preavviso.
Sanzioni nei confronti dei dirigenti con contratto di lavoro subordinato
Qualora la violazione sia commessa da parte di dirigenti, si applicheranno, nei confronti degli stessi, le misure sanzionatorie in conformità a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro a questi applicabile. Al dirigente potranno anche essere revocati gli incarichi, le procure o le deleghe eventualmente conferitegli.
Sanzioni nei confronti di altri soggetti
Nei confronti dei soggetti Destinatari del MOC Safeguarding che non sono legati all’[Affiliata] da un rapporto di lavoro di natura dipendente, , si applicheranno i rimedi contrattuali e giuridici azionabili.
Quantomeno per i contratti con terzi coinvolti in attività particolarmente a rischio (es. operatori sanitari), si dovrà prevedere apposita clausola risolutiva espressa per le violazioni del MOC Safeguarding e del Codice di Condotta per la Safeguarding, da considerarsi come fattispecie integranti un grave inadempimento contrattuale.
Violazioni da parte dei minori
Quando il soggetto autore dell’infrazione è un minore, prima di proporre la sanzione, quantomeno per le infrazioni più gravi, il Responsabile Safeguarding si confronta con il presidio specifico della FIGC.
2.12 Organigramma
[Da inserire a cura dell’Affiliata]
2.13 Modifiche e aggiornamento del Modello
- siano sopravvenuti cambiamenti significativi nel quadro normativo, nell’organizzazione o nell’attività dell’[Affiliata];
- siano sopravvenute violazioni o elusioni delle prescrizioni in esso contenute, che ne abbiano dimostrato la non efficacia ai fini della prevenzione delle condotte di abuso, violenza e discriminazione.
2.14 Piano di formazione e attività di comunicazione concernente il Modello
Attività di comunicazione
L’[Affiliata] rende pubblici il Modello per la Safeguarding, il Codice di Condotta per la Safeguarding e i relativi aggiornamenti dandone comunicazione mediante affissione presso la sede e pubblicazione sul sito internet se presente.
L’[Affiliata], al momento del tesseramento, informa il tesserato o eventualmente coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti, del Modello per la Safeguarding, del Codice di Condotta per la Safeguarding nonché del nominativo e dei contatti del Responsabile Safeguarding.
Una copia cartacea viene consegnata a ciascun tesserato all’atto di instaurazione del rapporto con l’Affiliata in duplice copia. Una copia dovrà essere sottoscritta dal tesserato come accettazione e archiviata a cura dell’[Affiliata]. [Nota: facoltativo ma suggerito, raccogliendo la firma per accettazione].
Il Modello per la Safeguarding, il Codice di Condotta per la Safeguarding e i relativi aggiornamenti sono inoltre comunicati alla Commissione Federale della FIGC responsabile per le politiche di Safeguarding.
Piano di formazione
- (i) della qualifica dei tesserati (allenatori, dirigenti, atleti etc.) e della loro età;
- (ii) del livello di rischio dell’area in cui operano.
3. PARTE SPECIALE
La Parte Speciale del Modello Safeguarding contiene l’individuazione di specifiche norma di condotta e dei protocolli ritenuti adeguati a mitigare il rischio di commissione di ogni condotta vietata.
3.1 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’abuso psicologico
Condotta | |||
Abuso psicologico | |||
Situazioni specifiche di rischio individuate nell’[Affiliata] nell’ambito delle quali si può verificare la condotta vietata | |||
L’Affiliata deve riportare in questo spazio le situazioni di rischio individuate nell’ambito delle quali si può verificare la condotta vietata. A mero titolo esemplificativo, non esaustivo e non vincolante, si riportano alcune situazioni specifiche di rischio che possono verificarsi durante lo svolgimento dell’attività sportiva ma anche al di fuori della stessa, in contesti ad essa direttamente o indirettamente collegati:
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Grado di probabilità | improbabile
poco probabile molto probabile altamente probabile |
Grado di impatto | lieve
medio grave gravissimo |
Altre possibili valutazioni | |||
[…] | |||
Grado di rischio inerente | |||
Norme di condotta | |||
[Nota di compilazione: il presento elenco non è esaustivo o esclusivo. Il principio di base è che si devono evitare comportamenti attivi o omissivi che possano essere inappropriati o potenzialmente dannosi.] | |||
Tutti i Tesserati devono:
I dirigenti sportivi e tecnici devono:
Gli atleti devono:
I genitori e i sostenitori devono:
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Presidi di controllo adottati dall’[Affiliata] | |||
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[Nota di compilazione per l’Affiliata: se ritiene di aggiungere ulteriori norme di condotta o presidi di controllo] |
3.2 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’abuso fisico
3.3 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione della molestia sessuale
Condotta
Molestia sessuale
Situazioni specifiche di rischio individuate nell’[Affiliata] nell’ambito delle quali si può verificare la condotta vietata
L’Affiliata deve riportare in questo spazio le situazioni di rischio individuate nell’ambito delle quali si può verificare la condotta vietata.
A mero titolo esemplificativo, non esaustivo e non vincolante, si riportano alcune situazioni specifiche di rischio che possono verificarsi durante lo svolgimento dell’attività sportiva ma anche al di fuori della stessa in contesti ad essa direttamente o indirettamente collegati:
• fare commenti espliciti o volgari sul corpo di un tesserato;
• fare battute sessuali che mettano a disagio il tesserato;
• toccare, abbracciare o baciare un tesserato senza il consenso;
[…]
Grado di probabilità
Grado di impatto
□ improbabile
□ poco probabile
□ molto probabile
□ altamente probabile
□ lieve
□ medio
□ grave
□ gravissimo
Altre possibili valutazioni
[…]
Grado di rischio inerente
□ alto
□ medio
□ basso
Norme di condotta
[Nota di compilazione: il presento elenco non è esaustivo o esclusivo. Il principio di base è che si devono evitare comportamenti attivi o omissivi che possano essere inappropriati o potenzialmente dannosi.]
Tutti i Tesserati devono:
• comportarsi secondo lealtà, probità e correttezza nello svolgimento di ogni attività connessa o collegata all’ambito sportivo e tenere una condotta improntate al rispetto nei confronti degli altri tesserati;
• astenersi dall’utilizzo di un linguaggio, anche corporeo, inappropriato o allusivo, anche in situazioni ludiche, per gioco o per scherzo;
• garantire la sicurezza e la salute degli altri tesserati, impegnandosi a creare e a mantenere un ambiente sano, sicuro e inclusivo;
• impegnarsi nell’educazione e nella formazione della pratica sportiva sana, supportando gli altri tesserati nei percorsi educativi e formativi;
• impegnarsi a creare, mantenere e promuovere un equilibrio sano tra ambito personale e sportivo, valorizzando anche i profili ludici, relazionali e sociali dell’attività sportiva;
• affrontare in modo proattivo comportamenti offensivi, manipolativi, minacciosi o aggressivi;
• collaborare con gli altri tesserati nella prevenzione, nel contrasto e nella repressione di abusi, violenze e discriminazioni (individuali o collettivi);
• segnalare senza indugio al Responsabile situazioni, anche potenziali, che espongano i tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
I dirigenti sportivi e tecnici devono:
• agire per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
• astenersi da qualsiasi abuso o uso improprio della propria posizione di fiducia, potere o influenza nei confronti dei tesserati, specie se minori;
• evitare ogni contatto fisico non necessario con i tesserati, in particolare se minori
• promuovere un rapporto tra tesserati improntato al rispetto e alla collaborazione, prevenendo situazioni disfunzionali, che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore;
• astenersi dal creare situazioni di intimità con il tesserato minore;
• porre in essere, in occasione delle trasferte, soluzioni logistiche atte a prevenire situazioni di disagio e/o comportamenti inappropriati, coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la loro cura ovvero loro delegati;
• astenersi da comunicazioni e contatti di natura intima con il tesserato minore, anche mediante social network;
• interrompere senza indugio ogni contatto con il tesserato minore qualora si riscontrino situazioni di ansia, timore o disagio derivanti dalla propria condotta, attivando il Responsabile;
• garantire la presenza di più collaboratori sportivi (almeno due adulti) nelle attività che coinvolgono minori;
• conoscere, informarsi e aggiornarsi con continuità sulle politiche di safeguarding, sulle misure di prevenzione e contrasto agli abusi, violenze e discriminazioni, nonché sulle più moderne metodologie di formazione e comunicazione in ambito sportivo;
• segnalare senza indugio al Responsabile situazioni, anche potenziali, che espongano i tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio;
• organizzare eventuali trasferte che richiedono il pernottamento in hotel evitando che dirigenti e allenatori siano nella stessa stanza degli atleti;
• limitare l’accesso alle strutture dell’Affiliata solo al personale autorizzato
• adoperarsi affinchè nelle strutture dell’Affiliata vi siano sempre, durante le attività sportive di atleti minori, almeno due soggetti adulti
Gli atleti devono:
• comunicare a dirigenti sportivi e tecnici situazioni di ansia, timore o disagio che riguardino sé o altri;
• prevenire, evitare e segnalare situazioni disfunzionali che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore negli altri atleti;
• mantenere rapporti improntati al rispetto con gli altri atleti e con ogni soggetto comunque coinvolto nelle attività sportive;
• riferire qualsiasi infortunio o incidente agli esercenti la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti ovvero ai loro delegati;
• evitare contatti e situazioni di intimità con dirigenti sportivi e tecnici, anche in occasione di trasferte, segnalando eventuali comportamenti inopportuni;
• astenersi dal diffondere materiale fotografico e video di natura privata o intima ricevuto, segnalando comportamenti difformi a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la loro cura ovvero ai loro delegati, nonché al Responsabile;
• segnalare senza indugio al Responsabile situazioni, anche potenziali, che espongano i tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
I genitori e i sostenitori devono:
• tenere un comportamento collaborativo e rispettoso nei confronti di tutti i soggetti coinvolti siano essi giocatori, giocatrici, tecnici o altri membri dello staff, genitori, direttori di gara, ecc.;
• non avere relazioni con minori che possono essere in qualche modo considerate di sfruttamento, maltrattamento o abuso;
• rispettare la privacy dei minori, specie in luoghi particolarmente sensibili (ad esempio non entrare nelle docce e negli spogliatoi), i quali devono essere sorvegliati, in modo tale da garantire la privacy dei minori.
Presidi di controllo adottati dall’[Affiliata]
• Codice di Condotta Etica;
• Sistema di segnalazioni di abusi, violenze o discriminazioni;
• Nomina del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni;
• Attività di monitoraggio del Responsabile Safeguarding;
• Corretta attuazione e previsione di un programma formativo rivolto a tutti i tesserati, differenziato sulle specifiche competenze del singolo tesserato (Dirigenti, allenatori e staff, atleti);
• Diffusione di un programma comunicativo interno efficace e che sia inerente alle tematiche di Safeguarding;
[Nota di compilazione per l’Affiliata: se ritiene di aggiungere ulteriori norme di condotta o presidi di controllo]
3.4 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’abuso sessuale
Condotta
Abuso sessuale
Situazioni specifiche di rischio individuate nell’[Affiliata] nell’ambito delle quali si può verificare la condotta vietata
L’Affiliata deve riportare in questo spazio le situazioni di rischio individuate nell’ambito delle quali si può verificare la condotta vietata.
A mero titolo esemplificativo, non esaustivo e non vincolante, si riportano alcune situazioni specifiche di rischio che possono verificarsi durante lo svolgimento dell’attività sportiva ma anche al di fuori della stessa in contesti ad essa direttamente o indirettamente collegati:
• fotografare tesserati atleti nudi nell’ambiente dello spogliatoio/sotto la doccia;
• fare apprezzamenti fisici inappropriati verso un tesserato;
• ricercare e creare un contatto fisico non necessario con un tesserato adducendo al benessere fisico dello stesso;
• un tesserato è oggetto di commenti erotici, osceni o di natura sessuale;
• intraprendere una relazione sessuale con un tesserato minorenne, o incapace di intendere o incosciente o non completamente cosciente (per uso volontario o involontario di alcool e/o droghe).
[…]
Grado di probabilità
Grado di impatto
□ improbabile
□ poco probabile
□ molto probabile
□ altamente probabile
□ lieve
□ medio
□ grave
□ gravissimo
Altre possibili valutazioni
[…]
Grado di rischio inerente
□ alto
□ medio
□ basso
Norme di condotta
[Nota di compilazione: il presento elenco non è esaustivo o esclusivo. Il principio di base è che si devono evitare comportamenti attivi o omissivi che possano essere inappropriati o potenzialmente dannosi.]
Tutti i Tesserati devono:
• comportarsi secondo lealtà, probità e correttezza nello svolgimento di ogni attività connessa o collegata all’ambito sportivo e tenere una condotta improntate al rispetto nei confronti degli altri tesserati;
• astenersi dall’utilizzo di un linguaggio, anche corporeo, inappropriato o allusivo, anche in situazioni ludiche, per gioco o per scherzo;
• garantire la sicurezza e la salute degli altri tesserati, impegnandosi a creare e a mantenere un ambiente sano, sicuro e inclusivo;
• impegnarsi nell’educazione e nella formazione della pratica sportiva sana, supportando gli altri tesserati nei percorsi educativi e formativi;
• impegnarsi a creare, mantenere e promuovere un equilibrio sano tra ambito personale e sportivo, valorizzando anche i profili ludici, relazionali e sociali dell’attività sportiva;
• affrontare in modo proattivo comportamenti offensivi, manipolativi, minacciosi o aggressivi;
• collaborare con gli altri tesserati nella prevenzione, nel contrasto e nella repressione di abusi, violenze e discriminazioni (individuali o collettivi);
• segnalare senza indugio al Responsabile situazioni, anche potenziali, che espongano i tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
I dirigenti sportivi e tecnici devono:
• agire per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
• astenersi da qualsiasi abuso o uso improprio della propria posizione di fiducia, potere o influenza nei confronti dei tesserati, specie se minori;
• evitare ogni contatto fisico non necessario con i tesserati, in particolare se minori
• promuovere un rapporto tra tesserati improntato al rispetto e alla collaborazione, prevenendo situazioni disfunzionali, che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore;
• astenersi dal creare situazioni di intimità con il tesserato minore;
• porre in essere, in occasione delle trasferte, soluzioni logistiche atte a prevenire situazioni di disagio e/o comportamenti inappropriati, coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la loro cura ovvero loro delegati;
• astenersi da comunicazioni e contatti di natura intima con il tesserato minore, anche mediante social network;
• interrompere senza indugio ogni contatto con il tesserato minore qualora si riscontrino situazioni di ansia, timore o disagio derivanti dalla propria condotta, attivando il Responsabile;
• garantire la presenza di più collaboratori sportivi (almeno due adulti) nelle attività che coinvolgono minori;
• conoscere, informarsi e aggiornarsi con continuità sulle politiche di safeguarding, sulle misure di prevenzione e contrasto agli abusi, violenze e discriminazioni, nonché sulle più moderne metodologie di formazione e comunicazione in ambito sportivo;
• segnalare senza indugio al Responsabile situazioni, anche potenziali, che espongano i tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
Gli atleti devono:
• comunicare a dirigenti sportivi e tecnici situazioni di ansia, timore o disagio che riguardino sé o altri;
• prevenire, evitare e segnalare situazioni disfunzionali che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore negli altri atleti;
• mantenere rapporti improntati al rispetto con gli altri atleti e con ogni soggetto comunque coinvolto nelle attività sportive;
• rispettare la privacy dei compagni di squadra negli spogliatoi e nelle aree di cambio;
• riferire qualsiasi infortunio o incidente agli esercenti la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti ovvero ai loro delegati;
• evitare contatti e situazioni di intimità con dirigenti sportivi e tecnici, anche in occasione di trasferte, segnalando eventuali comportamenti inopportuni;
• astenersi dal diffondere materiale fotografico e video di natura privata o intima ricevuto, segnalando comportamenti difformi a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la loro cura ovvero ai loro delegati, nonché al Responsabile;
• segnalare senza indugio al Responsabile situazioni, anche potenziali, che espongano i tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
I genitori e i sostenitori devono:
• tenere un comportamento collaborativo e rispettoso nei confronti di tutti i soggetti coinvolti siano essi giocatori, giocatrici, tecnici o altri membri dello staff, genitori, direttori di gara, ecc.;
• non avere relazioni con minori che possono essere in qualche modo considerate di sfruttamento, maltrattamento o abuso;
• rispettare la privacy dei minori, specie in luoghi particolarmente sensibili (ad esempio non entrare nelle docce e negli spogliatoi), i quali devono essere sorvegliati, in modo tale da garantire la privacy dei minori.
Presidi di controllo adottati dall’[Affiliata]
• Codice di Condotta Etica;
• Sistema di segnalazioni di abusi, violenze o discriminazioni;
• Nomina del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni;
• Attività di monitoraggio del Responsabile Safeguarding;
• Corretta attuazione e previsione di un programma formativo rivolto a tutti i tesserati, differenziato sulle specifiche competenze del singolo tesserato (Dirigenti, allenatori e staff, atleti);
• Diffusione di un programma comunicativo interno efficace e che sia inerente alle tematiche di Safeguarding;
[Nota di compilazione per l’Affiliata: se ritiene di aggiungere ulteriori norme di condotta o presidi di controllo]
3.5 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione della negligenza
3.6 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’incuria
3.7 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione dell’abuso di matrice religiosa
3.8 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione del bullismo e cyberbullismo
3.9 Norme di comportamento e presidi di controllo per la prevenzione di comportamenti discriminatori
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