LA BABY CLUENTINA ESCE DALLA COPPA MARCHE A TESTA ALTISSIMA

Finisce in parità (1-1) la gara contro l’Appignanese: una notte da “Davide contro Golia”.

Per proseguire il cammino in Coppa Marche era necessario quello che nel gergo comune si definisce un “miracolo sportivo” (vincere con quattro gol di scarto per poi confidare in un risultato favorevole nell’ultima gara). E, sebbene il miracolo non sia giunto, forse, è accaduto qualcosa di più significativo.In campo, difatti, si è consumato un vero e proprio scontro, la cui narrazione rimanda alla biblica contesa tra Davide e Golia. Da un lato, una squadra di ragazzini – la “Baby Cluentina”, con un’età media inferiore ai 18 anni, schierata in gran parte dal mister Gesuelli con la linea verde degli juniores e con elementi in cerca di minutaggio, ad eccezione del portiere Pennesi. Dall’altro, l’Appignanese, formazione costruita per lottare al vertice della Prima Categoria e schierata in formazione quasi tipo, sebbene fresca dell’esonero dell’allenatore e guidata in panchina da Maurizio Gagliardini.

Ne è venuto fuori un primo tempo sorprendente, una vera e propria dimostrazione di “furor iuvenilis”, l’ardore giovanile che non conosce timore reverenziale. I giovani biancorossi hanno sovente messo in gran difficoltà gli ospiti, costringendoli a falli e interventi affannosi. Una prima frazione di gioco che, se si fosse conclusa con il vantaggio della Cluentina, non avrebbe prestato il fianco ad alcuna recriminazione.

Poi, all’inizio della ripresa, l’ingiusta – in ogni senso – doccia fredda: una clamorosa svista arbitrale, un errore di valutazione che, come un beffardo “Deus ex machina”, ha alterato gli equilibri, non sanzionando una posizione di off-side di oltre due metri. Ne è scaturito il gol di Marcolini, che ha portato in vantaggio l’Appignanese.

I ragazzi, dopo un fisiologico momento di sbandamento, hanno reagito con il “nil desperandum” dei grandi (la massima latina che invita a non disperare), ricominciando a macinare gioco con una veemenza tale da costringere gli avversari a un numero incalcolabile di falli e l’arbitro a sventolare cartellini a ripetizione. L’apice è giunto al 25′ con il meritatissimo pareggio: un gol-capolavoro di Riccardo Ricotta che, da oltre trenta metri, ha disegnato una parabola perfetta all’incrocio dei pali, trafiggendo l’incolpevole portiere ospite. Un gesto tecnico che meriterebbe di essere incorniciato.

A riassumere l’impegno e la passione profusi da questi meravigliosi ragazzini, vale la pena citare un particolare che ha il sapore di un monito morale. Cetraro, sostituito dopo una prestazione maiuscola, è uscito in lacrime. Raggiunto dalla dirigenza per ricevere complimenti e abbracci, si è schernito, quasi in una dimostrazione di “pietas” sportiva: “Mi dispiace, abbiamo preso gol per colpa mia”.

Tra i dirigenti, il vice presidente del sodalizio Paolo Cerquetta ha sintetizzato la serata con commozione e orgoglio: “Sono orgoglioso di loro, sono stati commoventi per l’impegno profuso, la dedizione e l’attaccamento alla maglia. Queste serate sono una pagina di sport bellissima; mi spingo fino a dire che questo nostro investimento nei giovani dovrebbe rappresentare un esempio per molti. Usciamo da questa competizione ma, per l’impresa compiuta e il valore mostrato, è come se l’avessimo vinta”.

Gli undici di Gesuelli: Pennesi, Mogetta, Cetraro, Torresi, Menchi, Brizi, Ricotta, Giannini, Acquaviva, Gentili, Cappelletti. A disposizione: Amico, Sileoni, Paolucci, De Stephanis, Cammertoni, Tommasoni, Ruggeri, Grenga, Giampieri.

Ufficio Stampa Cluentina Calcio